La “città delle statuine”, il titolo originale in cinese è “俑之成”, è uscito nelle sale cinesi a giugno 2021, per la regia di Ding Liang (丁亮) e Lin Yongchang (林永长). Un film dale alte aspettative che non raccoglie un altrettanto alto rating su Douban – solo3 su 5 – e il cui incasso al botteghino non è dei migliori. La parola usata nel titolo “俑” (per chi studia cinese associa normalmente questo carattere a i guerrieri, e i cavalli, di terracotta ovvero i 兵马俑) non è casuale, infatti la scelta di chiamarlo “la città delle statuine” è voluta poiché di guerrieri non ce ne sono solo di epoca Qin, ma ce ne sono anche di epoca Han, Tang, Song e altri, come afferma il regista, il quale è proprio partito dalla domanda “E se tutte queste statuine prendessero vita?”.
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La città delle statuine è un complesso film di animazione dal punto di vista della lavorazione per la quale, riporta il produttore Shang Linlin (尚琳琳), ci sono voluti fino a cinque anni di sviluppo, tant’è che una ragazza del team nel frattempo ha avuto due figli. Un film nel quale, lo stesso regista Lin Yongchang afferma, il livello degli effetti speciali nell’ultimo scontro non è il migliore che sia stato realizzato in Cina, ma è sicuramente tra i migliori. Per questa produzione è riportato sono stato impiegati più di 1.000 artisti di animazione, 30 diversi team di lavoro, 7.724.640 ore di rendering, 3270 scatti, e sono state fatte circa 37 versioni, in base ai feedback di visioni preliminari del pubblico. Shang Linlin ha detto che nel team creativo c’era persino un disegnatore di personaggi di 95 anni, un lavoro per il quale ci vuole un grande sforzo mentale, che però porta alla calvizie.
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La trama del film è abbastanza lineare: il tuttofare Meng Yuan da tempo vuole entrare nell’esercito tra I più valorosi, e si dà da fare per farsi notare, ma viene tenuto alla larga dai ranghi finché un giorno, in uno scontro con i “mostri” che vogliono attaccare la città mostra il suo coraggio. Finisce per incontrare Shi Yu nel suo cammino, una giovane abile combattente, e se all’inizio i due sembrano essere rivali, successivamente la loro relazione ha un lieto fine. Il tuttofare Meng Yuan nel frattempo entra nell’esercito e scopre che il capo dell’esercito in realtà non è mosso da nobili intenti ma è alla ricerca dell’elisir di lunga vita, ed è pronto a distruggere chiunque si piazzi sulla sua strada. Non occorre dirlo, sarà Meng Yuan a salvare il mondo di sotto e a ristabilire l’ordine delle cose.
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Come accennavo prima, il film però ha diversi spunti interessanti e diversi riferimenti alla cultura e tradizione cinese che per uno spettatore straniero sono davvero interessanti. Come la rafigurazione dell’esercito, ciascuno unico, proprio come I guerrireri trovati a Xi’an e a cui gli animatori di sono ispirati. Come le creature fantastiche, I “mostri” che invadono la città, con sembianze simili ad animali ma mischiati tra loro, ad esempio con la testa di uno e il corpo di un altro. I riferimenti all’alchimia, al mondo dell’aldilà e dell’aldiqua. Vediamo alcuni elementi.
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Le lanterne volanti (孔明灯)
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诸葛亮 Zhu Geliang (181-234) è spesso citato come in più grande stratega militare della sua epoca, chiamato anche 孔明 da cui deriva il nome delle lanterne in cinese 孔明灯 oggi chiamate anche 天灯. Secondo la leggenda, Zhuge Liang, assediato da Sima Yi a Pingyang (nel Zhejiang) non aveva possibilità di uscire dalla città per chiedere soccorso, così decise di sfruttare la direzione del vento per inviare delle lanterne di carta con su scritto la sua richiesta di aiuto. Ma sembra più verosimile la versione per cui, durante le Cinque Dinastie, le lanterne in resina di pino utilizzate dai corpi militari avessero la forma del cappello portato da Zhuge Liang, e quindi da qui deriva il nome in suo onore. In passato questa lanterna era usata nell’esercito, e solo successivamente viene usata per buon auspicio.
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La capra di bronzo. (青铜羊)
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Durante la dinastia Shang (1600-1046 a.C.) e Zhou (1046-256 a.C.) la capra viene spesso utilizzata per incisioni. Essendo stata tra i primi animali ad essere addomesticati, la capra è sempre stata molto importante nella vita dei cinesi, sia nei regni a Est che a Ovest. Il regista Lin Yongchang ha preso spunto da diverse reliquie che ha visto nel museo dello Shaanxi, in particolare ne ha vista una con un’espressione carina e ha deciso di usarla nel film. Dai commenti su internet, pare che questo personaggio sia stato il più amato dagli spettatori cinesi.
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Kunlun (昆仑)
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Molti degli animali sono ispirati al Shan Hai Jing il ‘Libro dei monti e dei mari’. I diversi animali fantastici sono tutti l’uno diverso dall’altro, con la testa di un animale e il corpo di un altro, così da risultare per lo spettatore familiari e spiazzanti al contempo. In particolare, per il protagonista Kun Lun, il regista afferma di essersi ispirato alle sembianze del suo gatto.
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Nel complesso,il film sembra un grande passo avanti per l’animazione cinese, soprattutto per la commistione di tematiche storiche e culturali, difatti gli spunti sono davvero interessanti, ma risulta ancora privo di mordente sul piano della trama alquanto scontata e con una colonna sonora alquanto melliflua.