Il disco d’oro scelto come simbolo del patrimonio cuturale cinese rappsenta un sole e 4 uccelli si trova a Chengdu, ed appartiene alla cultura Jinsha (金沙 , lett. sabbia dorata), del regno Shu ( 蜀), periodo Shang e Zhou dell’epoca del bronzo. Il disco fatto al 94,2% da polvere d’oro, è stato forgiato e battuto ripetutamente per formare un sottile foglio dello spessore di 0,2 mm.
Il sole è sempre stato oggetto di potere: il sorgere e il calare, l’alternarsi del giorno e della notte, le 4 stagioni. Tutti le popolazioni antiche in Cina lo veneravano, e lo collegavano agli uccelli. Molti classici cinesi parlano del sole e degli uccelli divini, in particolare il corvo e la fenice.
In questo caso troviamo un sole con 12 raggi che gli danno un senso di moto orario, che potrebbero rappresentare le 12 stagioni. E quattro uccelli divini che si muovono in senso antiorario, forse a rappsentare le quattro stagioni.
Non si sa con esatetnzzza dove fosse collocato l’oggetto, o quale funzione avesse, ma di sicuro testimonia le grandi capacità artigiane e di lavorare i metalli, nonché la raffinatezza della cultura Shu.
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La leggenda di Kua Fu narra del gigante che per catturare il sole inizia a inseguirlo prosciugando prima il fiume Giallo e poi il fiume Wei (a Xi’an), non gli basteranno e morirà per diisdratazione. Un po’ simile al nostro mito di Icaro, oggi c’è un detto “Kaifu che rincorre il sole” 夸父追日 per indicare qualcuno che più che ottimista cerca di compiere l’impossibile.
Kuafu da una stampa del XVII secolo dello Shanhaijing, secondo il disegno originale di Hu Wenhuan.
L’altra leggenda è legata all’arciere Hou Yi il quale ha scoccato le sue frecce contro i nove soli, lasciandone uno solo, che si erano alzati in cielo tutti contempoaramentea provocando danni per il raccolto e per la vita stessa delle persone. I nove soli poi si trasformarono in corvi.
Houyi, come raffigurato nellle illustrazioni ‘Inchista dei Cieli’ di Xiao Yuncong, pubblicato nel 1645