Kunwu Li (李昆武, nato a Kunming 1955), è un fumettista, disegnatore e giornalista cinese originario dello Yunnan. a 17 anni dopo essersi diplomato entra a far parte dell’esercito, fa parte dell’artiglieria e nel 1979 partecipa al contrattacco del Vietnam. Quando termina la sua carriera nell’esercito, entra a far parte de Il Giornale dello Yunnan (云南日报) come direttore artistico e fotografia per la colonna delle notizie serali della città di Kunming (春城晚报).

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In Italia è conosciuto in particolare per la sua opera in tre volumi intitolata Una vita cinese (Add Editore) in cui racconta la sua vita ma sopratttutto una generazione che ha vissuto tutta un’epoca da Mao fino ai giorni nostri.

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Il 20 febbraio di quest’anno ha pubblicato per la casa editrice Yunanan People Electronic Audiovisual un libro dedicato alla vita ai tempi del coronavirus intitolata “战疫”慢生活 – “Combattere l’epidemia” La vita lenta.

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14 capitoli, in cui si illustra la vita ai tempi del Coronavirus: come si passa la festa del Drago, come sono cambiate le comunicazioni, cosa succede fuori dalla finestra, come si affronta la primavera, e, infine, la visione angelica dei medici. Ai tempi della quarantena, le strade non sono più affollate, anche i topi di città si mantengono a debita distanza; le comuniczioni si uralno da un palazzo all’altro. In Cina si è impresso un nuovo mantra “口罩你不带,病毒把你爱” che suona più o meno così “se la mascherina non porterai, il virus amerai” (in realtà è il virus che ama te, ma occorreva fare la rima). Tutti che si professano portavoce degli scienziati e specialisti “gli specilisti hanno detto che..” e parte la gara a chi la spara più grossa: bere alcool uccide il virus, le cose acide hanno un effetto corrosivo sul virus, il fumo lo uccide, ….e chi ne ha più ne metta! Un capitolo dedicato a un’improbabile processo al coronavirus accusato di crimini contro l’umanità: come ha intenzione di difendersi costui? L’ultimo capitolo è quello che mi ha colpito di più. Il capitolo dedicato alle persone che lavorano in ospedale tra medici e non solo. Un gruppo di gente all’improvviso vede dei corpi non bene identificati in cielo: saranno un drago? una fenice? sono bianchi forse sono degli angeli? Quando questi corpi si avvicinano si rivelano dicendo: non siamo niente di tutto ciò, siamo i vistri vicini di casa, i vostri fratelli e le vostre sorelle. La nostra madreapatria è gravemente ammalata, augurateci buona fortuna. Non chiamiamoli eroi, martiri.

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Kunwu ha alle spalle diversi lianhuanhua, i fumetti di formato piccolo tipici della Cina, che ha creato per diversi editori trattando temi differenti a sfondo storico, di propaganda, educativi. In Cina è già conosciuto per la sua serie 18 curiostià sullo Yunnan (云南十八怪), in cui ritrae persone, paesaggi, cultura e tradizioni di questa regione al sud della Cina.

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Dopo aver lavorato con Philippe Otié a Una vita Cinese ha pubblicato da solo in Francia Les pieds bandés sulla signora che si prendeva cura di lui da piccolo in cinese Chunxiu 春秀. Il bendaggio dei piedi, come lui racconta, non era qualcosa che riusciva a capire, solo nel corso del tempo ce l’ha fatta. Anzi all’inizio non trattava molto bene Chunxiu, poi invece le portava persino della carne che prendeva di nascosto da scuola. Anche Chunxiu non capiva a fondo il bendaggio dei piedi e quando ci fu la messa al bando nel 1911, in aree remote la pratica continuò per qualche tempo. Ma oltre al dolore fisico, dopo la messa al bando, c’era anche la sofferenza psicologica da sopportare per queste donne.

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Fonte: Pagina del Il giornale dello Yunnan usicto in data 21 febbraio 2020, con alcune strisce del suo ultimo fumetto

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