Sabato 4 giugno, data particolare, ma scelta senza particolarità, è stata l’occasione di far vedere qualche bel corto dalla Cina.
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Con il direttore di sedicicorto, Gianluca Castellini, già da qualche anno si parla di organizzare qualcosa di simile, almeno dal 2019 quando ho visitato il festival a Ningbo. E invece capita di organizzarsi nell’anno che meno ce lo si aspetta, post-pandemia qua in Italia e in una situazione di continuum-pandemia in Cina. Ma alla fine ce l’abbaimo fatta.
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Quattro film che davvero parlavano di Cina tutta. Little Indian, tratto da una storia vera che è accaduta a Xi’an pochi anni fa: un fattorino molesta una bambina, viene rintracciato e ucciso dal padre di lei. Il tutto si svolge sotto l’occhio di approvazione degli internauti, dove chi prova a riportare un po’ di umanità viene escluso e attaccato.
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Tracce di una farfalla invece ci porta nel Guangdong, il profondo sud, dove si parla cantonese, un’animazione delicatissima in cui l’autrice ricorda il suo legame con la nonna, scomparsa, che non si ènememno accorta stesse per andarsene.
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Poi c’è stato Piccolo guerriero, ispirato alla figura di un peronsaggio delle storie tradizionali kazake, minoranza che vive nello Xinjiang, nel nord-ovest della Cina. Tra i paesaggi naturali mozzafiato nella città di Altay vive un bambino deve affrontare il pasaggio all’età adulta, sarà il nonno ad accompagnarlo al rito di….circoncisione.
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Infine, un’altra animazione Thorn bird che si ispira a una leggenda secondo la quale un uccello cinguetterà un’armoniosa melodia solo una volta nella vita, quando troverà il suo albero di spine. Visiamente molto accattivante, si ispira alle raffigurazioni buddhiste nelle grotte di Dunhuang, situate nel Gansu, non lontano dallo Xinjiang. Una delicata poesia che unisce tradizione, colori psichedelici e modernità.
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La proiezione si è svolta in una cornice stupenda scoperta grazie al collettivo di Onda Hub che ha posto qui la sua sede. Sul retro del circolo Medusa nel centro di Meldola, si affaccia una bellissima terrazza dalla qualle si vedono le colline antistanti e invece volgendo l’occhio in alto si vede la punta del castello.
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Da Onda Hub a Ningbo, che in cinese significa “onda tranquilla”….davvero, la Cina è proprio vicina.
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foto di Simone Pelatti e Jessica Milardo.
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Rassegna stampa: